CAMBIAMENTI CLIMATICI

Il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) è l'organismo delle Nazioni Unite per la valutazione della scienza relativa ai cambiamenti climatici.

L'IPCC fornisce valutazioni periodiche delle basi scientifiche del cambiamento climatico, dei suoi impatti e rischi futuri e delle opzioni per l'adattamento e la mitigazione.

Il quinto rapporto dell’ Intergovenamental Panel on Climate Change (IPCC) 2013-2014 che è stato presentato a Stoccolma definisce chiaramente che la crisi climatica si sta aggravando verso un punto di non ritorno.

I cambiamenti osservati dal 1950 sono senza precedenti nei millenni trascorsi: l’atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, le quantità di neve e ghiaccio sono diminuite, il livello del mare è aumentato e le concentrazioni di gas serra sono aumentate. Nell’emisfero settentrionale il periodo 1983-2012 è stato probabilmente il trentennio più caldo degli ultimi 1400 anni. Nel corso degli ultimi due decenni, le coperture di ghiaccio della Groenlandia e dell’Antartide hanno perso massa, i ghiacciai hanno continuato a ridursi quasi in tutto il mondo e il ghiaccio marino artico e la coltre di neve primaverile nell’emisfero Nord hanno continuato a diminuire in estensione.

Le concentrazioni atmosferiche di CO2, metano e protossido di azoto sono aumentate a livelli che non hanno precedenti negli ultimi 800.000 anni almeno. Le concentrazioni di CO2 sono aumentate del 40% rispetto al periodo pre-industriale, principalmente per le emissioni di combustibili fossili e secondariamente dalle emissioni del cambiamento di uso del suolo.

L’influenza umana è stata rilevata nel riscaldamento dell'atmosfera e dell'oceano, nelle variazioni del ciclo globale dell'acqua, nella riduzione di neve e ghiaccio, nell’aumento del livello medio globale del mare e nella intensificazione di alcuni eventi climatici estremi.

Il clima è stato oggetto di numerosi summit fin dal 1979. La Prima Conferenza Mondiale sul Clima ha riconosciuto i mutamenti climatici come un problema sempre più importante e nello stesso anno è stato attivato il World Climate Programme da parte della World Metereological Organization (WMO).

Nel 1988 l’United Nations Environment Programme (UNEP) ed il WMO hanno creato l’IPCC, a cui è stato assegnato il compito di valutare lo stato dell’arte sul clima ed il mutamento climatico, gli impatti ambientali, economici, e sociali dei cambiamenti climatici e di studiare possibili strategie in risposta ad essi. Il primo Assessment Report è stato reso pubblico nel 1990.

Nel 1992 la Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente e lo Sviluppo ha lanciato la United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) - Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici - che mira a stabilizzare la concentrazione di gas serra nell’atmosfera, in un periodo di tempo sufficiente a permettere agli ecosistemi di adattarsi ai cambiamenti climatici.

Il quinto rapporto dell’IPCC 2013-2014 evidenzia come gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno già sentire su tutti i continenti e negli oceani e come il mondo è mal preparato ai rischi legati ai cambiamenti climatici.

Anche nell'improbabile caso d’interruzione immediata delle emissioni, infatti, la biosfera e gli oceani impiegherebbero decine di anni per assorbire l'eccesso di gas ad effetto serra (GES). Le stime indicano che continuando ad emettere gli stessi volumi di gas serra la temperatura si alzerà dai 2 ai 5 gradi entro la fine del secolo, con picchi anche superiori in alcune zone come Africa e Mediterraneo.

L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) sostiene che le conseguenze influiranno sull'ecosistema tanto da compromettere la presenza dell'uomo in molte parti del Pianeta, e prevede che entro il 2050 ben 250 milioni di profughi climatici saranno costretti ad abbandonare le loro terre divenute inabitabili.

Malgrado tutto ciò, i governi finora hanno fatto molto meno di quanto avrebbero potuto e, come dimostra un resoconto dell'Unep, anche nell'ultimo decennio si è registrato un continuo aumento delle emissioni globali di CO2.

Una cartina illustrata del Pianeta mette in evidenza le zone di crisi e i possibili scenari mondiali nel 2050.

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                                         Mappa degli effetti dei cambiamenti climatici (Fonte: IPCC 2013-2014)

Si segnalano quelli che saranno in sintesi gli effetti climatici sulla regione mediterranea ovvero: un aumento delle temperature maggiore della media europea, una diminuzione delle precipitazioni annuali, una diminuzione del flusso dei fiumi, un aumento del rischio di perdita di biodiversità, un aumento del rischio di desertificazione, una crescente domanda di acqua per l’agricoltura, la diminuzione dei raccolti, l’aumento del rischio di incendi boschivi, l’aumento della mortalità per ondate di calore, la diminuzione del potenziale idroelettrico e la diminuzione del turismo estivo.

In Italia, il cambiamento climatico rischia di amplificare le differenze regionali in termini di qualità e disponibilità delle risorse naturali e degli ecosistemi. Le maggiori criticità rispetto agli impatti attesi sono per le aree con scarse risorse idriche e a rischio di desertificazione, per le zone costiere e gli ecosistemi marini e per le regioni alpine e gli ecosistemi montani dove si riscontra il ritiro dei ghiacciai e perdite del manto nevoso. A queste si aggiungono le aree soggette a rischio idrogeologico, e, in particolare, il bacino idrografico del Po.

Il 19 febbraio 2020 è stato pubblicato il Report specialeClimate Change and Land. An IPCC Special Report on climate change, desertification, land degradation, sustainable land management, food security, and greenhouse gas fluxes in terrestrial ecosystems”, una relazione sui cambiamenti climatici che affronta i flussi di gas a effetto serra (GHG) negli ecosistemi terrestri, l'uso del territorio e la gestione sostenibile del territorio in relazione all'adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici, alla desertificazione, al degrado del suolo e alla sicurezza alimentare. Questo rapporto fa seguito alla pubblicazione di altri rapporti recenti, tra cui il Rapporto speciale IPCC sul riscaldamento globale di 1,5 ° C (SR15), la valutazione tematica della Piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES) sul degrado e il ripristino dei terreni, la relazione di valutazione globale IPBES sulla biodiversità e i servizi ecosistemici, e il Global Land Outlook della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD). Questo rapporto fornisce una valutazione aggiornata dello stato attuale delle conoscenze mentre cerca di coerenza e complementarità con altri rapporti recenti.

Il report è strutturato in quattro parti: A) Persone, terra e clima in un mondo caldo; B) Opzioni di adattamento e risposta di mitigazione; C) Abilitazione delle opzioni di risposta; e, D) Azione a breve termine.

Di seguito il link possibile scaricare la versione inglese della Relazione:

https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2019/11/SRCCL-Full-Report-Compiled-191128.pdf

 

ll 24 aprile il gruppo di lavoro dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha rivisto il calendario per preparare il suo contributo al sesto rapporto di valutazione (AR6) a causa dell’ interruzione causata dalla pandemia di COVID-19. La data di pubblicazione dovrebbe passare al 1 ° novembre 2020 invece del 1 ° luglio 2020. La revisione da parte del governo e degli esperti della bozza del secondo ordine del rapporto avrà luogo tra 4 dicembre 2020 e 29 gennaio 2021, quattro mesi dopo il previsto.

Di seguito il Comunicato del gruppo di lavoro del 6 Rapporto di Valutazione:

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Rapporto di sintesi AR6 (SYR)

L'IPCC è attualmente nel suo Sesto ciclo di valutazione , durante il quale l'IPCC produrrà i rapporti di valutazione dei suoi tre gruppi di lavoro, tre rapporti speciali, un perfezionamento del rapporto metodologico e il rapporto di sintesi. Il rapporto di sintesi sarà l'ultimo dei prodotti AR6, in uscita nel 2022.

Secondo le procedure IPCC, i rapporti di sintesi (SYR) dovrebbero "sintetizzare e integrare i materiali contenuti nei rapporti di valutazione e nei rapporti speciali" e "dovrebbero essere scritti in uno stile non tecnico adatto ai responsabili politici e affrontare un'ampia gamma di -domande neutre approvate dal Panel ” . Sono composti da due sezioni, un Riepilogo per i responsabili politici (SPM) da 5 a 10 pagine e un rapporto più lungo da 30 a 50 pagine.

La stesura di AR6 SYR si baserà sul contenuto dei tre rapporti di valutazione dei gruppi di lavoro: WG1 - The Physical Science Basis , WG2 - Impacts, Adaptation and Vulnerability , WG3 - Mitigation of Climate change , e i tre Rapporti speciali: Global Warming of 1,5 ° C , cambiamento climatico e terra , oceano e criosfera in un clima che cambia .

Potrebbe anche prendere in considerazione le questioni considerate in altre valutazioni globali (come la Piattaforma intergovernativa per la biodiversità e i servizi ecosistemici e il Sesto Global Environment Outlook delle Nazioni Unite ), se tali questioni vengono affrontate anche nei rapporti sopra menzionati.

AR6 SYR sarà finalizzato nella prima metà del 2022 in tempo per il primo bilancio globale ai sensi dell'accordo di Parigi.

Schemi approvati

Gruppo di lavoro I  - The Physical Science Basis

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Gruppo di lavoro II - Impatti, adattamento e vulnerabilità 

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Gruppo di lavoro III - Mitigazione dei cambiamenti climatici

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