Le infrastrutture verdi sono definite dall'omonima strategia dell'UE come "una rete di aree naturali e seminaturali pianificata a livello strategico con altri elementi ambientali, progettata e gestita in maniera da fornire un ampio spettro di servizi ecosistemici. Ne fanno parte gli spazi verdi (o blu, nel caso degli ecosistemi acquatici) e altri elementi fisici in aree sulla terraferma (incluse le aree costiere) e marine. Sulla terraferma, le infrastrutture verdi sono presenti in un contesto rurale e urbano".
L'obiettivo 2 della strategia dell'UE a favore della biodiversità per il 2020 così recita: "Entro il 2020 preservare e valorizzare gli ecosistemi e i relativi servizi mediante l'infrastruttura verde e il ripristino di almeno il 15 % degli ecosistemi degradati".
Il pieno raggiungimento dell'obiettivo 2 e il ripristino della rete Natura 2000 a uno stato di conservazione soddisfacente potrebbero generare, rispettivamente, 50 000 e 140 000 ulteriori posti di lavoro e produrre risultati diretti nell'ordine di 4,2 miliardi di EUR e 11,1 miliardi di EUR l'anno, nonché un più ampio ventaglio di benefici derivanti dai servizi ecosistemici.
Il documento del riesame, che potete scaricare di seguito, analizza i progressi compiuti e le sfide incontrate a livello di UE e di singolo Stato membro nell'attuazione dei quattro assi di intervento prioritari della strategia. Il documento trae, inoltre, alcuni insegnamenti e formula alcuni suggerimenti utili per la futura attuazione della strategia.
Riesame dei progressi compiuti nell'attuazione della strategia dell'UE per le infrastrutture verdi
ISPRA – INFRASTRUTTURE VERDI (2008)
Verde pubblico, alberi monumentali e aree naturali protette sono alcune delle componenti dell’infrastruttura verde urbana e peri-urbana a gestione pubblica analizzate dal documento dell’Ispra – Infrastrutture verdi (2008), attraverso i dati provenienti dal Mipaaft e dagli archivi amministrativi dei 120 Comuni indagati in questa edizione, raccolti tramite i soliti questionari da ISTAT e ISPRA/SNPA.